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Sostenibilità in produzione: verso il futuro con ricchezza di idee

La sostenibilità nella produzione è estremamente sfaccettata: dall’uso di materie prime rinnovabili per prodotti sostenibili allo sviluppo di nuove soluzioni digitali fino alla profilassi sanitaria attraverso l’ergonomia.

In Germania e nel mondo la sostenibilità è il tema centrale dell’epoca in cui viviamo. In particolare, le conseguenze del surriscaldamento globale hanno mostrato concretamente che la salvaguardia delle risorse naturali e il contenimento delle emissioni dannose per il clima devono essere prioritari per le aziende. All’industria, ovvero alla produzione, compete una doppia responsabilità: sebbene le emissioni inquinanti dell’industria di trasformazione siano diminuite, l’elevato fabbisogno energetico e le relative emissioni di gas serra continuano a rappresentare una sfida centrale. Inoltre, è proprio l’industria, con il suo know-how e la sua creatività, ad essere in possesso dei presupposti migliori per sviluppare nuove soluzioni sostenibili per il futuro.

Le origini del concetto di sostenibilità affondano le radici nella silvicoltura praticata in Germania nel XVIII secolo. Nella gestione del patrimonio forestale, infatti, non si dovrebbe mai prelevare più legno di quello che potrebbe ricrescere naturalmente. Il termine inglese “sustainability”, invece, presenta implicazioni aggiuntive poiché “to sustain” significa “mantenere” o “reggere”. In questo senso, il termine sostenibilità è sinonimo di un utilizzo delle risorse tale da consentire alla natura di preservare la risorsa in questione e rigenerarsi. Tuttavia, oggi il concetto di “sostenibilità” va oltre: si considera non solo la sostenibilità ecologica, ma anche quella sociale ed economica, si parla quindi di triangolo della sostenibilità. I tre ambiti della sostenibilità sono stati considerati anche negli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite approvati nel 2015.

Produrre in modo sostenibile con l’Industria 4.0: focus sulle tecnologie del futuro

La sostenibilità ecologica per la protezione dell’ambiente e del clima è un tema comunemente associato alla sostenibilità. Data la molteplicità di possibilità utilizzabili in produzione, ci limiteremo a due esempi: digitalizzazione e prodotti a basso consumo di risorse. Negli ultimi anni, in tema di sostenibilità il ruolo della digitalizzazione ha assunto un’importanza crescente. La piattaforma Industria 4.0, ad esempio, ha pubblicato il documento d’impulso “Produzione sostenibile: plasmare attivamente la trasformazione ecologica con Industria 4.0”. Nel 2022 la fiera di Hannover si è svolta all’insegna della “digitalizzazione e sostenibilità”. Nella presentazione del filo conduttore si legge: “Per proteggere il clima e salvaguardare la propria competitività, le aziende industriali devono ridurre sensibilmente le emissioni di CO2. Per riuscirci, la leva fondamentale è investire in processi di produzione digitalizzati, efficienti in termini energetici e a basso consumo di risorse”. Secondo lo studio di Bitkom “Effetti della digitalizzazione sul clima”, con un impiego accelerato delle tecnologie digitali si risparmierebbero, solo in Germania, fino a 4 milioni di tonnellate di emissioni. Questo valore corrisponde al 17 percento del risparmio di CO2 previsto dall’obiettivo climatico per il 2030.

Una riduzione di 33 milioni di tonnellate di CO2 potrebbe essere ottenuta esclusivamente attraverso l’uso dei gemelli digitali.

Anche le aziende sono fiduciose in questo senso. Nell’ambito di uno studio condotto lo scorso anno durante la fiera di Hannover, l’81 percento delle aziende tedesche intervistate ha affermato che Industria 4.0 potrebbe contribuire ad ottenere una produzione sostenibile. In tal senso, i gemelli digitali potrebbero far risparmiare 33 milioni di tonnellate di CO2 durante la produzione. I gemelli digitali sono rappresentazioni virtuali di prodotti e processi reali che coprono l’intero ciclo di prodotto. Questo consente di pronosticare in modo preciso scostamenti durante il processo di produzione e possibili guasti. Inoltre, le possibili modifiche di produzione vengono riprodotte mediante una “simulazione” senza la necessità di apportare reali cambiamenti. Lo stesso accade nella collaborazione tra item e Halocline che consente, ad esempio, la progettazione virtuale di postazioni di montaggio. Le postazioni di lavoro progettate con il configuratore di postazioni di lavoro item, infatti, vengono trasferite nel Virtual Reality Software di Halocline e testate mediante visori VR. In entrambi i casi, il collegamento in rete digitale rende superflui incontri sul posto e trasferte, il che torna, a sua volta, a vantaggio dell’ambiente. Sempre secondo lo studio, i restanti 31 milioni di tonnellate di CO2 che potrebbero essere evitati durante la produzione sarebbero il frutto dell’automazione.

Il profilato KH in materiale composito con un contenuto di fibra in legno del 70% è ideale per le aziende che apprezzano i prodotti sostenibili nell’edilizia.

Progettare le apparecchiature in modo più sostenibile con il profilato KH

Un ulteriore aspetto della produzione sostenibile è l’uso di prodotti realizzati con componenti sostenibili. Il profilato KH, per esempio, è realizzato con un materiale composito innovativo ottenuto da termoplastica (polipropilene) e legno proveniente da gestioni forestali sostenibili con marchio PEFC. Complessivamente, il profilato KH è composto per il 70 percento da fibra di legno, ossia quasi per tre quarti da una materia prima rinnovabile. Il marchio PEFC garantisce, tra l’altro, che venga prelevato solo il quantitativo di legno che ricrescerà. Il legno sostenibile rimanda direttamente al concetto di sostenibilità originario. Rispetto al profilato in alluminio, durante la produzione di questa materia prima si risparmia il 76% dell’energia primaria. Inoltre, il profilato KH sostenibile presenta una CO₂ equivalente di soli 3,6 kg: un risparmio di CO2 pari al 91% rispetto ai profilati in alluminio. Dal momento che il profilato KH è un prodotto di nicchia, purtroppo attualmente non esiste ancora alcun ciclo di riciclaggio come quello in essere per l’alluminio. Il mercato del WPC (WPC = Wood-Polymere Composite) usato è ancora giovane. Attualmente in questo ambito prevale l’”Internal Recycling”, ossia il recupero dei propri prodotti, macinati, fusi e nuovamente estrusi, da parte dei produttori stessi.

Il principio di costruzione modulare item porta ad una propria forma di sostenibilità. Potendo modificate e smontate a piacimento le costruzioni i profilati KH, come tutti i profilati item, non vengono mai “esauriti”.

L’obiettivo dovrebbe essere sempre, naturalmente, un’economia circolare per ridurre il fabbisogno di risorse in maniera ottimale. item sta lavorando a nuove soluzioni in questo senso. In fin dei conti, dal principio modulare scaturisce anche la sua particolare sostenibilità: dal momento che le strutture possono essere modificate e smontate senza limitazioni, in linea di principio i profilati KH, così come tutti i profilati item, non “si consumano” mai. Se una struttura non è più necessaria può essere smontata in modo che i profilati possano essere utilizzati per nuovi progetti. I grandi clienti industriali si comportano così smontando le strutture vecchie e facendo confluire i profilati in nuove applicazioni. Inoltre, i profilati KH possono essere combinati anche con i profilati in alluminio classici. Sia i profilati in alluminio che i profilati KH presentano vantaggi e campi di impiego specifici. Così, i profilati KH sostenibili sono l’ideale per garantire peso contenuto, isolamento elettrico o trasparenza alle onde elettromagnetiche. I profilati in alluminio, invece, risultano vantaggiosi in presenza di carichi elevati.

Per conoscere come si differenziano nei dettagli il profilato KH e quello in alluminio e quale variante sia la più indicata per i diversi scopi di impiego, date un’occhiata all’informativa sui materiali gratuita.

Secondo il “triangolo della sostenibilità”, “sostenibile” significa che gli aspetti ecologici, sociali ed economici ricevono pari considerazione

Sostenibilità sociale nell’industria: catene di fornitura ed ergonomia

Come anche gli altri ambiti della sostenibilità, la sostenibilità sociale abbraccia diversi aspetti: tra questi figurano la lotta attiva contro la fame nel mondo, per la parità di genere e di istruzione, per condizioni di lavoro eque e per la salute dei collaboratori. Sulla base della legge sulle catene di fornitura è possibile indicare chiaramente gli effetti sull’industria e sulla produzione: la legge, entrata in vigore il 1º gennaio 2023, richiama le aziende tedesche al dovere. Ora, infatti, devono avere sotto controllo l’intera catena di fornitura e reagire immediatamente a qualsiasi indicazione di violazione. Le aziende, quindi, hanno il dovere di prestare attenzione non solo alla propria azienda, ma anche a partner commerciali e fornitori. Mentre nel 2023 la legge sulle catene di fornitura si applica solo alle aziende con almeno 3000 collaboratori, a partire dal 2024 riguarderà anche le aziende con almeno 1000 collaboratori.

Anche la progettazione ergonomica della postazione di lavoro nella produzione manuale rientra nella sostenibilità sociale.

Le aziende possono influire direttamente sulla sostenibilità sociale della propria produzione ad esempio migliorando la cultura del feedback interna, rafforzando il senso della collettività, con modelli di tempo di lavoro flessibili (a condizione che la mansione lo consenta), offerte per la mobilità, promuovendo la diversità e, non da ultimo, proteggendo la salute dei collaboratori. Quest’ultimo aspetto abbraccia anche la progettazione di postazioni di lavoro ergonomiche nella produzione manuale. Dal momento che l’ergonomia tiene conto dei requisiti di tutti i collaboratori, questi possono lavorare in condizioni ottimali e dispiegare il proprio potenziale. Il sistema per postazioni di lavoro ergonomiche offre una flessibile regolazione dell’altezza di tavoli e sedie da lavoro, oltre a un adattamento personalizzato delle attrezzature per la predisposizione di materiali e attrezzi. Evitando sollecitazioni di una sola parte del corpo e movimenti superflui è possibile ridurre il numero delle assenze dovute a malattia e aumentare al tempo stesso la produttività e la motivazione. Inoltre, i collaboratori apprezzano molto un datore di lavoro che si preoccupa sinceramente della loro salute. Quindi la sostenibilità sociale è un fattore decisivo per la fidelizzazione a lungo termine, ossia sostenibile, dei collaboratori e quindi parte integrante della Corporate Social Responsibility.

La sostenibilità economica come questione cruciale per l’economia

Il terzo elemento del triangolo della sostenibilità mostra quanto la sostenibilità sociale, ecologica ed economica siano intrecciate. L’obiettivo di un’economia sostenibile può essere raggiunto solo senza sfruttare né l’ambiente, né le persone. Di conseguenza, non contano solo i profitti, ma anche il benessere della natura e delle altre persone ora e in futuro. La mera crescita, quella che non tiene conto della crescente scarsità di risorse e dell’ingiustizia globale, porta al passato e non al futuro. Grazie alla produzione sostenibile, qui l’industria dispone di ottime opportunità per fornire un contributo decisivo. Anche il termine relativamente nuovo “enkelgerecht”, ossia “rispettoso delle nuove generazioni”, utilizzato in Germania come sinonimo di “sostenibile”, va visto in questo senso. Ispirandosi all’imperativo categorico di Immanuel Kant (1724-1804) (“agisci soltanto secondo quella massima che, al tempo stesso, puoi volere che divenga una legge universale”), il filosofo tedesco-americano Hans Jonas (1903-1993) ha formulato quanto segue: “Agisci in modo che le conseguenze del tuo operato siano compatibili con la permanenza dell’autentica vita umana sulla terra”.

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